La lettera sbagliata


*Giallo a puntate(di cui io posseggo i preziosissimi manoscritti originali, ndr) del "maestro dell'orrifico", Bjorn H.Swiansen, pubblicato sul Cambridge Chronicle dal febbraio 1857 al giugno 1858.


-Ungherese, polacco...ucraino...ceco...?-
Niente da fare.
Il signor Clepster non riusciva proprio a comprendere.
Quella lettera, arrivatagli tre giorni prima, era diventata la sua unica occupazione.
Si era appena svegliato, stava scendendo le scale, ed ecco un furtivo "toc toc" da sotto.
Nessuno alla porta, sopra il tappeto, la lettera.
Busta pulita, nessun mittente o segno particolare, una busta con dentro una lettera.
Scrittura abbastanza elegante, caratteri leggibilissimi...eppure nulla era a posto.
Le parole agli occhi del signor Clepster non avevano il minimo significato.
Provò ad andare per comparazione, cercando qualche parola che magari si ripetesse per poter poi dedurre verbi o articoli, che potesse fargli capire se fosse in presenza di una qualche lingua romanza, o nordica magari.
Ma niente, parole totalmente incomprensibili, senza alcuna somiglianza apparente con lingue conosciute.
Pensò ad una lingua orientale magari, o africana, di cui non aveva la benchè minima conoscenza, ma perchè scrivere in caratteri occidentali allora, e tra l'altro con quello stile preciso e pulito?
Cominciò a balenare allora in lui un'idea:e se fosse un codice?
Una sorta di esperanto contenente un messaggio cifrato.
La lettera sarebbe potuta andare in mani sbagliate, ed è uso creare linguaggi particolari in situazioni di emergenza.
Già, ma lui?
Non era immischiato in nessun affare particolare, era ormai in pensione, e prima era un semplice fabbro.
Pensò anche ad uno scambio di persona, ma abitava in una casa di campagna, distante dal centro abitato, e la scritta "Clepster" era iscritta a caratteri cubitali nella cassetta della posta.
E poi, un messaggero che deve recapitare un messaggio importante e urgente non sbaglia certo il luogo dove depositarlo.
Tutto questo stava pensando il signor Clepster, la terza notte dopo l'arrivo della lettera, quando all'improvviso un rumore algido e ruvido si stagliò nel silenzio dell'abitazione, proveniente dal piano di sopra.
Il vetro della finestra della camera da letto era in frantumi, e una sorta di palla giaceva sul pavimento, illuminata dalla luna.
Con mano tremante, Clepster raccolse la palla, che in realtà si rivelò essere una pietra avvolta in un piccolo fazzoletto blu, su cui sopra era inciso un elegante Giglio color oro.
Dentro alla speciale confezione, tra la pietra e la stoffa, un foglietto:"Harlow, Flatbrush street, Goldenhall park;Saturday, 10 pm."


Continua...

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