Teoria ciclico-finalistica sulla seconda repubblica


Berlusconi, talmente convinto della sua onnipotenza da prendersi il lusso di invocare un referendum popolare sulla sua persona nelle elezioni di Milano(mossa da ultima spiaggia che di solito spetterebbe alla minoranza), ha perso.
Se non vi è una giustizia civile che punisca i mal-governanti, ci si può benissimo affidare alla loro bramosia nel pensare di aver talmente assuefatto un paese alle proprie azioni da poter scadere fin al più basso livello, senza accorgersi che si ha sempre pur a che fare, nonostante il livello di indottrinamento mediatico, con essere umani intelleggibili.
E che in fondo, l'alternanza democratica fa parte di tale indottrinamento.
A lungo termine, tale strategia dunque non paga.
Chiamiamolo pure effetto della "mano invisibile democratica", se vogliamo.
L'unico problema è che ciò che viene dopo non è per forza qualcosa di meglio.
Anzi, ancora peggio, nel caso della politica italiana non è nemmeno "qualcos'altro".
E così, se prima qualcuno si è sorpreso di come la sinistra per anni si sia fatta massacrare elettoralmente dalla cosidetta destra(con tanto di eliminazione per plebiscito della estrema sinistra dal parlamento), adesso ci si chiede come abbia fatto la destra a perdere(sempre trattandosi di elezioni provvisorie) contro il derelitto centrosinistra.


La risposta non si trova certo nell'onanismo mentale dell'una e dell'altra parte, nei loro continui festeggiamenti elettorali nella convinzione(a volte in buona fede) che effettivamente, "qualcosa sta cambiando"(lo slogan più gettonato e meno veritiero degli ultimi vent'anni).
Non si tratta tecnicamente di vittorie di Pirro certo, ma in certi casi non credo che una sconfitta di una parte significhi esattamente la vittoria dell'altra.
O meglio, c'è poco da festeggiare, a meno che lo scopo di una elezione non sia il bene comune di un paese ma battere l'avversio(facciamo finta che questa opzione sia dubitativa e innocente).
Il giubilo del centrodestra dopo aver sconfitto una coalizione di derelitti capitanati da un finto-fuggiasco in Africa fa il paio con quello del centrosinistra vincitore contro una coalizione ormai allo sbando anche a livello internazionale e segnata dall'uscita di scena di una importante componente(Fli).
Eh no, nelle elezioni non si possono "comprare" i voti come in parlamento!o meglio, si può, ma è tecnicamente più complicato...
Se molti spacciano quest'alternanza come valore di una "democrazia", ci si può vedere da altra prospettiva un segnale di malessere del paese, che in cinque anni passa da votare in massa un progetto politico(?), con tanto di conferma dopo la catastrofe del PD alle ultime regionali, fino alla clamorosa sconfitta del Pdl e della Lega a Milano.
Un chiaro segnale di una guida mancante, e di una società che non sa dove andare, in cui la demagogia la fa da padrona.
E come demagogia insegna, il motto è "Piove governo ladro!".
Il governo stavolta era il Pdl, e il ladro è lui.
Un Pdl che dopo aver perso Gianfranco Fini, che ha fiutato l'aria della fine di un'epoca, vedremo se a torto o a ragione, è passato tra il nulla delle riforme all'apoteosi delle figuracce internazionali del premier, con tanto di minorenni e co.
Non contenti, hanno anche abbassato il livello del dibattito, gettando nella mischia televisiva gente come Lupi, tipico rappresentate del demagogo che parla solo con risposte preconfezionate perchè non in grado di tenere in piedi un qualsiasi dibattito, e il nuovo direttore del Giornale Sallusti, che fa sembrare Belpietro un genio del giornalismo.
Su questo terreno, hanno camminato come sopra cadaveri i vari Travaglio e Santoro di turno.
In tutto questo panorama hanno pesato in ultimo l'appoggio alla missione in Libia, in cui ha dato nuova bella mostra di se l'impareggiabile Frattini e Berlusconi in versione amico-ripudiato(re).
Da aggiungere la Lega, che da pilastro solido della coalizione ha subito anch'essa un calo notevole, la strategia conciliatoria degli ultimi tempi non ha pagato, altro segnale pericoloso per il governo, in prospettiva.
Il definitiva, il ciclo del nuovo, ennesimo governo ladro è con tutta probabilità in fase finale.
Il centrosinistra dal canto suo, come nel passato, risponde con un leader che non sembra tale, una strategia politica che non si capisce, pseudo-novità, continui giochetti tra spostamenti verso il centro e frange che si spostano a sinistra(la differenza tra un Sel di Vendola e partiti come Rifondazione politicamente sembra essere soltanto nella assenza della falce e martello), e soprattutto una prospettiva che deve tener conto dell'impossibilità di governare da soli, e dover far conto di elementi esterni come Fli, Udc, Di Pietro(consideriamolo elemento esterno ormai) o addirittura la Lega, o contando su alleanze con Rifondazione o Pdci che avrebbero la puzza di stantio.
Una prospettiva grigia, che nel passato ha portato nuova linfa per la coalizione opposta.
Tutte queste difficoltà sono mascherate da intenti, lotte e slogan che forse andrebbero meglio in qualche film di Moretti.
I giovani come nuovo elemento, abbattere la gerontocrazia, puntare sulla cultura, proposte troppo generalizzate che peraltro fuoriescono dal discorso, crudo ma essenziale, della possibilità di poter garantire un governo stabile.
Anche i discorsi più convincenti del centrosinistra, sicuramente più logici e aderenti alla realtà di quelli del centrodestra attuale, considerando che l'unico politico "decente", Gianfranco Fini, è ormai fuggito, sembrano avere gambe troppo fragili.
Soprattutto quando i "volti nuovi" ignorano il totale asservimento della propria coalizione alle logiche di potere puramente italiane, non berlusconiane, magari arrivando al ridicolo paradosso di puntare il dito proprio contro di esse, arrivando anche al ridicolo(vedi Vendola).
In questo il centrodestra, puntando non su ideologie del passato o specifiche ma su un'unica figura carismatica, è stato certamente più lungimirante, non a caso sono riusciti a durare un'intera legislatura, una chimera leggendaria per il centrosinistra.
In definitiva, si sta concludendo un ciclo, ne sta iniziando un altro, dalle fosche e incerte prospettive.
Se esiste una speranza, non va cercata all'interno di questa politica, nel credere di rinnovare qualcosa che mai c'è stato, di difendere quello che c'è o nel creare un qualcosa di nuovo partendo dal vecchio.
Una vera vittoria sarebbe una sconfitta dell'intero sistema politico e di tutte le sue manie, vizi e retaggi, questa sconfitta del cavaliere è l'ennesimo sconvolgimento tutto interno al sistema, e il palesato "nuovo" che molti già invocano, sa già tristemente di vecchio.

Commenti

  1. Il discorso è molto semplice.
    Vince la sinistra perchè dopo anni di destra la gente si è stancata e ha voglia di provare qualcosa di nuovo e di propositivo (termini largamente fuori luogo nel contesto temporale e pratico delle cose), governa per un breve tot gestendo ovviamente male la situazione del paese, e torna la destra.
    E via ancora, di routine.

    E' un loop che ormai ha preso piede da tempo.
    Laggente sembra avere talento nell'impegno di dimenticare le inculate violente prese dalla destra quando vota a sinistra, e viceversa.

    La vera vittoria, come tu dici, sarebbe estremamente interessante. Però temo che una simile opportunità non sia ancora alla portata del cerebro ormai leso della maggioranza del popolo, che peraltro si ostina a rifugiarsi con la logica dello struzzo, in un concetto di "democrazia" che è ormai orfano di significato.
    Imbecilli da un lato, idioti dall'altro, ma tutti comunque molto bravi a tenere il culo sulla poltrona e mettere le mani nel portafoglio. Degli altri.

    Maroc

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