martedì 30 marzo 2010

Dimmi cosa leggevi e ti dirò chi sei



Ieri, non ricordo il perchè, mi è capitato di vedere la copertina di un romanzo sentimentale-erotico o roba simile.
In men che non si dica la mia mente è ripiombata in un oscuro passato, esattamente all'epoca "quando da piccolo incominci a leggere e per forza devi leggere quello che trovi in casa".
Io da piccolo leggevo tantissimo, facevo solo quello in pratica.
Leggevo di tutto, ero una specie di piccolo illuminista del cazzo.
Comunque, ricordo alla perfezione quel che leggevo.
Se ci penso, capisco effettivamente come abbia fatto a diventare una persona disturbata.
Negli angoli "colti" della casa, ovvero le librerie, c'erano soprattutto libri naturalistici.
L'enciclopedia degli animali della De Agostini, altri libri come "40 animali da salvare" di Pratesi e Quilici, vari atlanti geografici(che sapevo quasi a memoria, ero ossessionato dalla geografia), settantamila Vangeli e Imitazioni di Cristo e la mitica Enciclopedia "Universo".
Fin qui tutto ok.
La cosa atroce era la sezione "frivola", ovvero i comodini della camera dei miei genitori.
Che comprendevano tra l'altro "Harmony", "Visto" e "Diabolik".
A parte Diabolik, che non mi interessava per niente, ero ossessionato da tutto il resto.
Harmony, per chi non lo conoscesse, era una serie di romanzi per donne, tutti a sfondo sentimentale.
Ecco due esempi di trama, presi dal sito ufficiale(perchè ste merde le fanno ancora, ho scoperto):



"Eccitante notte col milionario"



di Isabel Sharpe



La bella giornalista Hannah O'Reilly farebbe qualsiasi cosa per una storia - incluso entrare nella proprietà del milionario Jake Brattle in un tempestoso ultimo dell'anno. Ma, sorpresa durante la sua incursione, scopre come un fulmine a ciel sereno che Jake è molto di più di champagne e caviale. Essendo bloccata in casa sua, ha la possibilità di assaporare una serie di piaceri inaspettati... per esempio le sue calde mani e il suo corpo focoso.



"Le parole del desiderio"

di Hart Megan

Paige DeMarco ha una vita tranquilla, ma una passione smodata per carta e penna.
E' inevitabile che sia intrigata da una serie di misteriosi bigliettini che trova nella sua cassetta delle lettere in cui uno sconosciuto intreccia con lei un gioco sottilmente erotico. Mentre si guarda intorno per capire chi sia il mittente, accetta la sfida e comincia a dare libero sfogo alle proprie fantasie. A poco a poco scopre una nuova Paige, più libera e sicura di sé, in grado di ascoltare la voce dei propri desideri e proiettata in una spirale di equivoci, misteri e provocazioni. Alla fine dovrà fare una scelta per passare dal piano ideale a quello reale, dall'immaginazione al corpo. Darà ascolto all'istinto, al cuore o al desiderio?


Ecco, questo è Harmony.
Mia madre lo comprava sempre.
Preferisco non sapere in quale antro della mia mente si siano nascosti quei romanzi.
"Visto".
Maledetto settimanale.
Da piccolo avevo il brutto vizio di volere vedere qualsiasi cosa, anche se sapevo mi avrebbe fatto paura.
Ogni settimana "no, non lo leggo stavolta"...come no.
Ricordo in maniera sconcertante una serie di storie...la nonna morta che era ricomparsa nella foto di un matrimonio di una nipote, il ragazzo morto che appariva nel televisore spento, la suora sudamericana che aveva fotografato Gesù che piangeva sangue(quando vidi anni dopo la sindone mi prese un infarto quasi, era uguale)...da piccolo sognavo spesso di essere inseguito dal diavolo travestito da Gesù.
Poi le varie storie di fantasmi, alieni eccetera.
Una volta avevo visto un'ombra su un muro di casa, rimasi per anni convinto di aver visto un "uomo ombra".
Una roba atroce.
L'unica cosa positiva erano gli annunci economici nelle ultime pagine.
Si, anche in Visto c'erano gli occhialini a raggi X!
Dopo questo periodo, mia nonna incominciò a comprarmi il Giornalino, mio padre ci abbonò a Topolino e incominciai a leggere il Guerin Sportivo.
La situazione migliorò notevolmente.
Ma purtroppo, i ricordi non si cancellano.
Potessi tornare indietro, quei comodini li brucerei.

 



domenica 21 marzo 2010

Le sfide dell'arte, ending season special version

L'ormai fine della stagione fredda(purtroppo, checchè ne dica l'equatoriale utente che avrà su questo da ridire) mi ha suggerito un'edizione speciale de "le sfide dell'arte",  più che mai ai limiti dell'accettabile.
Me l'ha suggerito anche il fatto che stiano rimettendo le giostre di fronte a casa dopo la bellezza di 15 anni circa.
Sinceramente pagherei per riavere a palla "Mountain of king" dei Digital Boy piuttosto che le merdate odierne, ma non si pò avere tutto dalla vita.



 














 




venerdì 12 marzo 2010

Spericolati si nasce, idioti pure



(flashback:qualche anno fa io e mio fratello andammo a cercare funghi in montagna, dove quei giorni erano presenti dei tori scappati da un terreno vicino.
Mio nonno ci avvertì di non scendere fino lì, noi ovviamente ce ne fregammo.
Ovviamente fummo costretti a fare il record mondiale dei duecento metri quando sentimmo dei cespugli muoversi in maniera più che sospetta...(fine flashback).

Da qualche tempo un simpaticissimo vicino di terreno ha deciso di far allegramente pascolare degli ancor più simpaticissimi buoi nei terreni adiacenti(legale o no non lo so, non chiedetemelo).
Tali suddetti buoi io non li avevo mai visti, che nella mia traduzione significa "quindi non esistono".
Prima di oggi intendo...

Quando vado nel suddetto terreno, ho due opzioni:o scendo al punto 1, e mi faccio tutta la strada fino a poco prima del punto 3 per poi tornare a piedi al punto 1 oppure, molto più comodo, salgo in macchina fino al punto 2, scendo dalla antica mulattiera e ritorno fino al punto 1 dove l'autista è risceso, senza rifarmi la strada.
La strada blu dal punto 2 fino all'1 è quella che di solito faccio e che avrei dovuto fare, quella verde è quella che sono stato costretto a fare...



Arrivato al punto 3, che sarebbe la vetta di una collina, incomincio a sentire dei rumori nei cespugli.
Su a valle avevo visto delle capre pascolando, sarà il pastore mi sono detto, però erano molto più a largo...mah.
Giro l'angolo.
Non era il pastore.
Non era un essero umano.
Era tre buoi(o tori) adulti che pascolavano allegramente, a circa dieci metri da me, per fortuna divina girati dall'altra parte.
Non so se siete pratici, ma dei buoi in pascolo non c'è tanto da fidarsi, per usare un eufemismo...sempre che fossero buoi e non tori, in quel caso amen.
Comunque, dopo aver fatto una faccia da film Fulciano incomincio a scappare letteralmente tra le sterpaglie, allontanandomi dalla famigerata mulattiera(ndr, se fossi arrivato due minuti prima probabilmente li avrei incrociati in pieno).
Preciso che se anche possa sembrare una scorciatoia, la strada che sono stato costretto a percorrere è una specie di percorso di guerra tra cespugli, rovi inaccessibili, rocce ripide e, per non farmi mancar niente, un torrente praticamente in piena.
Quando a metà strada ho incontrato un fosso pieno di ossa animali, ho incominciato a chiedermi se non fossi il protagonista inconsapevole di "Dal tramonto all'alba 4".
Simpaticissimo anche il momento in cui(nella cartina, all'incirca dove incrociano la strada verde e quella blu),  vedendo un cespuglio muoversi in maniera troppo sospetta nel luogo in cui anni prima erano scappati i tori e dove vanno tuttora a pascolare i buoi, faccio uno scatto terrificante e salto tra le rocce(ndr già coperto di graffi dappertutto, naturalmente)...
"ok, presa mano sinistra c'è, mano destra anche...".
No.
Il ramo che avevo preso nella mano sinistra era, sempre simpaticamente, STACCATO DAL TERRENO.
La mia caviglia è andata dai carabinieri per chiedere il cambio di domicilio credo.
Poi la mia intelligenza ha fatto il resto, perchè non contento, praticamente arrivato alla macchina ho tentato miseramente di trovare un varco tra rovi e torrente, e altrettanto miseramente sono dovuto tornare indietro.
L'unica cosa positiva, ho trovato un posto dove crescono funghi che prima non conoscevo.
Il fungone era vecchio e ormai mangiato dai vermi.
Degno simbolo di una indegna giornata.



martedì 9 marzo 2010

Dal tramonto all'alba



Schifoso dramma stile mariachi-pulp di Robert Rodriguez.
Marco Predolin(Cesare Cadeo), una mattina è costretto a svegliarsi prestissimo a causa di un forte dolore addominale.
Dopo aver passato due ore in bagno(Stefano Masciarelli), si reca agli studi televisivi per una televendita di pentole marzapanesolubili.
Arrivato negli studi, ha dei diverbi con la produzione(Quentin Tarantino) per il ritardo, e torna a casa stizzito.
Ormai pomeriggio, irrompono nella sua dimora tre parenti del produttore Ricardo(Denny Trejo), tre wrestler della Lucha libre, El Bariton(Andy Garcia), Misma Muerte(John Lennon) e Mutua Assistencia Nacional(Zack De La Rocha).
Predolin riesce a scappare, rifugiandosi nella chiesa dove lavora suo fratello Gonzalo(Cheech Marin).
La sera tardi(Salma Hayek) Ricardo riesce a individuare il nascondiglio di Marco, che riesce a resistere fino al tramonto, quando il portone viene sfondato e tutto finisce in un bagno di sangue(Chaz Palminteri).
Monumentale affresco del mainstreaming latino intriso di denuncia politica.
Torbido il cameo di Giancarlo Giannini nei panni del portone della chiesa.

domenica 7 marzo 2010

Tale of five cities

In effetti tutto questo avrei dovuto pubblicarlo tanto tempo fa.
Ma non è mai tardi per certe cose.




C’È SEMPRE QUALCOSA OLTRE IL PEGGIO…

Credete di aver visto tutto?
Credete di averlo visto al cinema magari, o di averlo letto da qualche parte?
Credete che la realtà non posso superare la fantasia?
Ok.
Adesso immaginatevi in una montagna con fitta boscaglia.
Voi siete in una specie di veicolo, ma non lo potete vedere, vedete solo quello che stà davanti a voi.
Siete in un autostrada, molto ampia, e viaggiate ad andatura lenta ma non troppo.
Non sentite nessun rumore, neanche quello delle fronde degli alberi mosse dal vento.
All’improvviso davanti a voi compare un tunnel, un tunnel enorme, immenso.
Voi ci entrate, e non vedete più nulla, buio pesto.
Continuate a viaggiare e dopo un po’ sentite un sibilo, come un raglio di un’asino che rimbomba per le pareti del tunnel.
Ancora un po’ e scorgete una luce, una tenue luce che viene da lontano.
“Sarà l’uscita”, penserete, invece no, è solo un asino, probabilmente quello di cui avete sentito il verso prima, e appesa al collo ha una lampada ad olio.
Continuate ancora e di nuovo vedete di un’altra luce, ma stavolta è luce naturale, è veramente l’uscita.
All’uscita del tunnel c’è un bivio, e un cartello.
Da una parte c’è scritto “Rushmore”, dall’altra “Rugen”.
Voi prendete la prima strada.
Dopo poco tempo vedete il monte Rushmore.
Solo che non ci sono i volti dei presidenti, ci sono i volti dei Power Rangers.
Decidete di tornare indietro.
Prendete la strada che porta a Rugen, e dopo un po’ vi ritrovate proprio lì.
C’è un pittore che dipinge, sta dipingendo le bianche scogliere di Rugen.
“Sarà Friedrich”, direte voi.
Invece no.
E’ un dirigente della Aran Endemol.
Vi fà vedere la tela che stava dipingendo.
C’è una scritta nelle bianche scogliere di Rugen.
Dice “Ciao, io sono il signor Endemol, e tu sei il protagonista del nostro nuovo reality show”.
Vi suicidate.


Vi risvegliate di colpo.
Vi risvegliate stesi nella strada che portava alle bianche scogliere.
Cì sono due uomini ad una decina di metri da voi.
Uno è Scott Bakula, l’altro è Dean Stockwell.
Non so se sappiate chi siano, non importa.
Vi indicano di avvicinarvi, quando però siete ad un passo da loro scompaiono nel nulla.
Allora vi girate, e dietro di voi c’è di nuovo il tunnel.
Stavolta però l’asino è all’entrata.
E’ notte, e l’asino ha sempre una lampada accesa.
Il tunnel è illuminato, e decidete di entrare.
L’asino fugge, ragliando a più non posso, e dopo un po’ crolla a terra.
Vi avvicinate.
L’asino è morto, la lampada si è spenta.
E’ di nuovo giorno, il tunnel è buio.
Decidete di entrare lo stesso.
Dopo un po’ rivedete un’asino.
E’ addormentato sulla strada , senza lampada.
Vi siete rotti le scatole.
Cominciate a correre e raggiungete di nuovo il bivio.
Correte ancora e raggiungete Rugen.
Li ci sono ancora Scott Bakula e Dean Stockwell.
Stavolta non scappano.
Si avvicinano e vi dicono “no”.
E scompaiono di nuovo.
Vi girate, e vedete di nuovo il tunnel.
Stavolta è tutto buio, sia fuori che dentro, e non c’è nessun asino.
Decidete di aspettare.
All’improvviso un lampo squarcia il cielo.
Si fà giorno.
Anche il tunnel stavolta è illuminato.
Ma voi decidete di andare dall’altra parte.
Vi girate, e nella strada vedete Scott Bakula e Dean Stockwell.
Vi avvicinate e vi chiedono”hai visto un’asino?”.
Rispondete di sì.
“Dov’è?”.
“E’ morto…o forse no…”.
“Che vuol dire o forse no?”.
“Non ne son sicuro…”.
“Non è possibile, non ha senso…”.
“Perché, ha senso tutto ciò?non esiste qualcosa di più insensato di tutto quello che ho visto in queste ultime ore della mia vita…”.
“Davvero?”.
“Si”.
“Ok…allora perché non ci spieghi il senso della tua vita…Augusto?”.
Tornate indietro, e riprendete il tunnel.










 


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Tale of five cities

In effetti tutto questo avrei dovuto pubblicarlo tanto tempo fa. Ma non è mai tardi per certe cose. C’È SEMPRE QUALCOSA OLTRE IL PEG...