Una sfida dell'arte un pò strana...
lunedì 31 agosto 2009
domenica 9 agosto 2009
Augusto e il presidente negro
Era un assolato pomeriggio di Luglio, e Augusto Frangipetto, come ogni assolato pomeriggio di Luglio, portava al parco il suo pastore maremmano, Bering.
L'afa era devastante, e l'eroe di Poggio Gaudente decise di ristorarsi in una baretto vicino al parco.
Beveva tranquillo la sua limonata, quando ad un tratto si accorse che tutti i clienti del locale s'erano accalcati dinanzi al televisore.
Cercò di scorgere di cosa si trattasse, ma la ressa era troppa per veder qualcosa, inoltre una gomitata in pieno volto da parte di un vecchiaccio lo fece tornare sommessamente al suo posto.
Dopo un conciliabolo tra lui e se stesso, decise di far appello alla tecnica dell'informazione.
-Cosa stavate guardando?
-Obama.
Tornò a casa per vedere chi fosse questo Obama, e google diede la risposta.
Era il presidente degli Stati Uniti, il primo presidente di colore degli Stati Uniti.
Augusto era su tutte le furie.
C'era già stato un presidente negro.
Tre anni prima, rovistando tra le scartoffie, aveva trovato il diario di un suo vecchio antenato emigrato nell'800' negli Stati Uniti, Benito Salvatore Roberto Frangipetto, detto “The Grinch”;
Sul diario che teneva in manicomio, il Grinch affermava di essere stato eletto dall'agorà di Washington il primo settembre del 1834, destituendo di fatto il presidente in carica Andrew Jackson.
“The Grinch” asseriva di aver visto in sogno Mormon, che gli avrebbe rivelato come lui fosse la reincarnazione del negro Miguel, tornato sulla terra per liberare i neri dalla schiavitù.
Da quel giorno Benito andò in giro con la faccia pitturata di pece, donatagli personalmente da Mormon sul monte Moriah.
Dopo riessersi immerso per 3 minuti nella lettura delle antiche memorie di famiglia, il Frangipetto decise di riportare le cose nel loro giusto ordine.
Chiamò direttamente da Fyresdal Uriah Lars Knut Huitfeldt Frangipetto detto “Valhalla” , meglio conosciuto in Argentina come Juan Ramirez Sierra detto “El Mierda”, suo prozio di 106 anni collaboratore di Quisling rifugiatosi in Sudamerica dopo la fine della guerra.
Dopo tre settimane il Frangipetto italiota si accorse che le lettere piene di scarabocchi osceni non erano uno scherzo del vicino rompicoglioni, ma missive del prozio, che scriveva solamente in runico.
In preda ad un attacco di spocchia totale, Augusto decise di rispondere a caso senza avvalersi di nessun supporto, convinto bastasse sacrificare ad Odino il figlio del vicino rompicoglioni.
Dopo vari tentativi di traduzione Juan “El Mierda” credette di riconoscere nel runico spocchioso una antica variante del dialetto parlato dagli elfi islandesi abitanti dei geyser, giurando a se stesso di aver letto qualcosa a riguardo nel Silmarillion di Tolkien.
Dopo l'affannosa traduzione, lo scandinavo riconobbe l'indirizzo dell'abitazione di certo Steven Bickler, afroamericano di Boston.
Seppur scettico vista la modestia dell'abitazione, El Mierda fu finalmente convinto dall'adesivo di Obama attaccato nel retro della macchina del malcapitato.
Bickler fu arso vivo nella sua casa con tutta la famiglia, animali compresi.
Juan, in preda al fanatismo, si proclamò nuovo presidente degli Stati Uniti, fuhrer di Boston e dichiarò che dal quel giorno tutti i negri erano per legge bianchi.
Al posto della casa del Bickler fece costruire un tempio dedicato a Tolkien, gli elfi, i cobolli, le SS, Hitler e Madame Blavatskij.
Il Frangipetto per congratularsi gli mandò un poster di Thor.
El mierda non gradì tanto.
Era il Thor della Marvel.
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